Cos’è l’alienazione parentale?
Per una coppia, la decisione di separarsi o divorziare non è mai facile, soprattutto in presenza di figli.
Successivamente alla separazione o al divorzio, o alla fine della convivenza di una coppia con figli può accadere che si riesca a rimanere in buoni rapporti, ma spesso preservare una relazione armoniosa fondata sul reciproco rispetto con l’ex coniuge è complicato. Sotterrare l’ascia di guerra e mettere da parte vecchi rancori è molto complicato soprattutto se la separazione o il divorzio non sono stati condotti in maniera serena.
In alcuni casi, a rimetterci sono proprio i figli e può capitare che si verifichino episodi di alienazione parentale.
L’alienazione genitoriale è un processo di rifiuto psicologico da parte di un figlio di uno dei due genitori per via dell’influenza dell’altro genitore. In pratica è un incitamento ad allontanarsi da uno dei due genitori (genitore alienato), portato avanti intenzionalmente dall’altro genitore (genitore alienante) attraverso l’uso di espressioni denigratorie, false accuse e costruzioni di realtà virtuali familiari.
Lo psichiatra forense Richard Alan Gardner foggiò il termine “PAS” (Parental Alienation Syndrome), nota come sindrome da alienazione parentale, identificato come un vero e proprio disturbo psicologico disfunzionale dove un genitore opera una sorta di “lavaggio del cervello” del figlio finalizzato a far si che quest’ultimo screditi e allontani l’altro genitore.
È da segnalare che La Corte di Cassazione (cfr Cass. Civ. 24 marzo 2022 n. 9691) disconosce la scientificità della c.d. sindrome da alienazione parentale e ha stabilito che l’autorità giudiziaria non potrà prescindere da una valutazione che declini il superiore interesse del minore.
Come si manifesta l’alienazione parentale?
Come abbiamo detto, l’alienazione genitoriale è una sorta di “riprogrammazione” del cervello del minore operata dal genitore alienante che conduce il bambino a staccarsi affettivamente dall’altro genitore.
Il primo campanello d’allarme può essere l’udire dal proprio figlio piccolo espressioni denigratorie che normalmente utilizzano gli adulti e non fanno parte del bagaglio lessicale del minore oppure notare che il figlio utilizzi comportamenti o espressioni che mostrano odio e disprezzo.
Questo atteggiamento può ricondurre, con molta probabilità, ad un’alienazione parentale, dove il genitore alienante opera una sorta tecnica del discredito come ad esempio false accuse di trascuratezza fino addirittura ad abusi o violenze mai esistite.
In tali dinamiche i figli coinvolti mostrano una posizione totalmente aderente a quella dell’alienante, finendo per disprezzare l’altro genitore, spesso identificato come la causa del male che affligge il genitore collocatario.
Contemporaneamente, il figlio instaura un legame patologico con il genitore alienante (che coincide spesso con la madre), spinto da una forte empatia che lo rende vittima di una manipolazione psicologica.
Nella maggior parte dei casi di alienazione, il bambino non è a suo agio con il genitore bersaglio della alienazione, smette di parlare liberamente, dando risposte brevi; si comporta in modo rude ed aggressivo.
Come si comporta un bambino alienato?
Un bambino alienato inizia ad identificare il genitore alienante come la vittima della situazione tanto da sentirsi in dovere di prendere le sue parti. Inoltre, il figlio alienato inizierà a voler interrompere la frequentazione con il genitore alienato. A questo rifiuto seguono reazioni di astio e di frustrazione.
Curiosamente, è stato notato che nel momento in cui il genitore “rifiutato” decide di aderire alle richieste di allontanamento espresse dal figlio, quest’ultimo prova un sentimento di dolore e rabbia. Ciò perché tale atteggiamento viene letto e interpretato come un rifiuto.
Chiaramente, perché si possa parlare di sindrome da alienazione parentale è necessario che questi sentimenti di astio e di rifiuto non nascano da dati reali e oggettivi che riguardano il genitore alienato.
Come si comporta il genitore alienante?
È possibile circoscrivere una serie di casistiche comportamentali riconducibili ad un genitore alienante.
Quest’ultimo generalmente parla in maniera aggressiva o spregiativa dell’altro genitore in presenza del bambino, iniziando a definirlo, senza motivo, come pericoloso od abusante e simula di proteggerlo dal genitore bersaglio quando in realtà non si presenta alcun pericolo. Inoltre si mostra al figlio come una persona ferita se nota che il bambino è sereno e contento di stare con l’altro genitore.
Altra caratteristica comportamentale ascrivibile al genitore alienante è che generalmente rivela al figlio i dettagli della separazione attribuendo le colpe all’altro genitore, molto spesso accusa l’ex coniuge dell’assenza di risorse economiche o di altri problemi in presenza del figlio.
Il genitore alienante si oppone di fornire accesso ai dati scolastici e sanitari del figlio o alle attività extra-scolastiche e tenta di ridurre unilateralmente, soprattutto con delle scuse, i tempi di visita stabiliti dal tribunale.
Come si deve comportare un genitore alienato?
A subire le conseguenze di questa condotta non sono solo i piccoli, ma anche i genitori alienati, costretti a subire senza alcuna ragione l’allontanamento fisico ed emotivo del proprio figlio.
Soprattutto, non è facile per l’alienato comprendere quale atteggiamento assumere per evitare di creare una rottura irreparabile nel rapporto con il bambino.
Il genitore alienato dovrebbe rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto di famiglia al quale rappresentare la situazione al fine di sottoporre la delicata questione alla decisione di un Tribunale. Infatti, ove il Giudice dovesse accertare l’alienazione parentale, il bambino sarebbe temporaneamente (o non) allontanato dal genitore alienato e ciò non per punire il genitore alienante, ma per favorire una presa di distanza del figlio dai messaggi e dai comportamenti condizionanti di detto genitore, salvo ripristinare i rapporti con l’alienante anche grazie ad un percorso psicoterapeutico da intraprendere con un professionista.
Cosa si rischia in caso di alienazione parentale?
Ebbene sì, l’alienazione parentale non rileva solamente dal punto di vista psicologico, ma si tratta di una situazione che può essere anche perseguita dalla legge.
Il genitore alienante viola il diritto che il figlio ha nel mantenere un rapporto sano ed equilibrato con l’altro genitore e di conservare rapporti continuativi con lui e con i suoi parenti, vale a dire il cosiddetto “diritto alla bigenitorialita” previsto dall’articolo 337 ter del codice civile.
Alla luce di questa violazione, il genitore alienante può subire delle conseguenze sia civili che penali:
- Civili: il genitore che viola l’affidamento condiviso può ricevere un ammonimento, può essere sanzionato, può essere condannato ad un risarcimento. Non solo, ancor più grave, gli può anche essere tolto l’affidamento.
- Penali: l’alienante può essere querelato e condannato secondo i termini previsti dalla legge.
Come difendersi da accusa di alienazione parentale?
Se si viene ingiustamente accusati è doveroso difendersi. Ma come?
Innanzitutto, sarà necessario rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto di famiglia. In molti casi, inoltre, potrebbe essere necessario consultare anche uno psicoterapeuta per poter preservare il rapporto con i propri figli, vittime dell’alienazione parentale.
Sarà compito del vostro legale di fiducia dimostrare al Giudice l’adeguatezza delle competenze genitoriali e l’infondatezza delle accuse che vi sono state mosse.
Ad agevolare l’operato dell’avvocato sarà sicuramente necessario affidarsi ad uno psicologo esperto in dinamiche comportamentali dei bambini che possa assumere le vesti di consulente tecnico di parte.
Come combattere e porre rimedio all’alienazione parentale
Per tentare di risolvere la PAS è opportuno lavorare su due aspetti, uno psicologico e uno legale.
Nel primo caso, il professionista incaricato indagherà al fine di individuare il genitore alienante e quello alienato. Generalmente il primo si può mostrare o come impulsivo, con esplosioni di rabbia e paranoico nei confronti dell’autorità oppure dimostrarsi falsamente collaborativo con l’intenzione di manipolare gli specialisti e i Tribunali per i propri scopi.
Diversamente, il genitore alienato dimostra autocontrollo ed è tendenzialmente collaborativo.
Per quanto attiene l’aspetto legale è consigliabile rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto di famiglia che possa occuparsi dei casi di alienazione parentale al fine di tutelare il primario interesse dei figli e veder riconosciuto un risarcimento del danno per sé e per il figlio/a.
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